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PERCHÉ NO ALLA CARNE?

 Non c’è assolutamente bisogno di cadaverina, quando siamo circondati da cibi vivi e naturali, con ben 160 mila piante diverse. 2) Devo trasformarmi in un assassino di innocenti e senzienti creature, oppure devo noleggiare dei killer che lo facciano per me, cosa che non attenua la mia vergogna e la mia colpa. Mangiar carne è commettere un atto criminoso. Non imbrogliamo noi stessi. Non cerchiamo alibi e scuse. Non facciamo gli gnorri, gli indifferenti, i disinvolti. Nell’hamburger, nel prosciutto, nella piadina, nei gamberetti, nel pane bianco allo strutto, è racchiusa tanta di quella sofferenza da mandare in tilt qualsiasi equilibrio etico, conscio o subconscio. 3) In ogni porzione di carne ci sono scarti, prodotti della disintegrazione batterica, detriti cellulari (virus dell’animale morto), urine, ecc. 4) La carne, anche quella cosiddetta bio, contiene una impressionante lista di contaminanti, erbicidi, pesticidi, fungicidi, vermicidi, antibiotici, ormoni. 5) La carne contiene estrogeni in quantità tali da rendere impotenti i maschi e da squilibrare le donne, rendendole a volte frigide e a volte ninfomani. 6) La carne è carica di grassi saturi, di colesterolo e di omocisteina, materiale che intasa le arterie, sovraccarica il fegato, ostruisce la cistifellea, irrita il colon, incrementa il rischio cardiaco. 7) Le proteine in eccesso sono un disastro, in quanto demineralizzano le ossa, acidificano il sangue, stimolano i tumori, accelerano l’orologio biologico (invecchiano la gente). 8) La carne dà uno sgradevole odore cadaverinico al corpo che nessuna acqua di colonia è in grado di coprire o di esorcizzare. 9) La carne non offre onde vibrazionali rivitalizzanti colore infrarosso a 8-10000 Angstrom come la frutta, ma solo onde basse sotto il minimo di 6500 Angstrom e non lontano dai 1800 dei malati terminali. 10) Produrre carne implica enormi sprechi di suolo, di acqua, di cereali, di legumi, di risorse, di carburanti, di energia elettrica.
Esiste l’evidenza fossile, grazie al professor Boyd Eaton, analizzatore di feci pietrificate (copralite), dove si apprende che gli umani del Paleolitico viaggiavano non al ritmo five-per-day, ma addirittura al twelve-per-day, cioè dodici pasti di frutta al giorno, uno ogni due ore. Esiste l’evidenza anatomica, visto che ogni organo, ogni ghiandola, ogni liquido, ogni dettaglio del corpo umano, dice che siamo vegani-fruttariani-crudisti. Esiste l’evidenza biochimica, per cui il corpo si trova a suo agio con acqua biologica enzimizzata, mineralvitaminizzata, glucosizzata e magnetizzata da madre natura. Esiste l’evidenza lattaria, per cui il latte umano, a basso contenuto proteico ci qualifica come fruttariani. Solo il coniglio ha un latte meno proteico del nostro.
È caduto il mito FDA della quantità proteica, portata con imbarazzante pena dai 300 ai 75 grammi al giorno. Non contente di questo strazio, la OMS e la FAO hanno riconosciuto che anche la quota 75 non vale, e che la quota proteica giornaliera va portata sui 24 grammi/giorno, con 30 grammi a fare da tetto massimo oltre il quale il corpo va in acidificazione. È caduto il mito della complementazione proteica a ciascun pasto con i diversi aminoacidi essenziali. È caduto il mito della B12, visto che la B12 sta in tutte le piante in quantità impercettibili e imponderabili, com’è giusto che sia, e lo sbugiarda mento della FDA è tuttora in corso avendo essa manipolato i minimi della WHO, portandoli abusivamente dagli originali 80 ng/mL agli odierni 157 ng/mL. The China Study ha provocato uno scossone enorme, e persino Bill Clinton è diventato vegano, nonché cliente personale di Colin Campbell.
Il professor Colin Campbell, di origini contadine, filo-latte e filo-carne fino ai 30 anni, ha dovuto ricredersi profondamente man mano che le sue ricerche nutrizionistiche portavano coerentemente dalla parte opposta, fino a farlo diventare paladino mondiale del veganismo crudista scientifico, e artefice della straordinaria ricerca chiamata The China Study. Stessa storia per Mr Hyman, uno dei maggiori produttori di carne e di latte del Montana, diventato vegano e testimonial dei grandi cambiamenti in corso.
La prof Marion Nestlé, preside e direttrice della Facoltà di Scienze Nutrizionali alla New York University, è stata molto chiara. “Se si parla oggi di proteine, lo si fa soltanto per evidenziarne la pericolosità”. “Getting enough proteins is simply a matter of getting enough calories” (Ottenere sufficienti proteine significa ottenere sufficienti calorie). Come dire che, nemmeno volendo farlo apposta, non si va mai in crisi proteica, ma sempre e solo in crisi calorica.
I DATI USDA SUL CONTENUITO PROTEICO (in percentuale delle calorie totali)
- Latte umano 5,9% (su 100 calorie totali, 5,9 calorie derivano dalle proteine del latte) - Frutta 6,7% - Noci e semi 11,0% - Cereali 13,0% - Vegetali crudi 22,0% - Legumi 28,0% - Fabbisogno umano di proteine: 2,5 minimo, 10% massimo

 

Valdo Vaccaro


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